Ancora sparizioni forzate in Egitto

Kholud e Marwa

Non passa giorno che arrivino dall’Egitto notizie drammatiche di sparizioni forzate, di persone prelevate dalla polizia spesso senza alcuna motivazione se non quella di preservare brutalmente un regime, quale quello dei militari di Al-Sisi, che da anni sta spargendo terrore e violenza tra la popolazione. In Italia abbiamo ben nota la storia di Giulio Regeni, così come quella di Patrick George, studente a Bologna fermato all’aeroporto del Cairo, poi sottoposto a sparizione forzata per 24 ore dalle forze di sicurezza egiziane e quindi arrestato ufficialmente.

Ma sono tante, purtroppo, le storie da raccontare per cercare di tenere alta l’attenzione mondiale su quello che è un regime tanto feroce e spietato quanto foraggiato e agevolato nei suoi piani criminali da tutti i paesi occidentali “democratici”, Italia in primis. C’è la storia di Alaa Abdel in sciopero della fame dal 13 aprile: Alaa è in un carcere di massima sicurezza, senza visite da più di un mese come tutte le persone detenute, in isolamento, senza libri, no ora d’aria.

Altre situazioni simili in questi giorni ci raccontano di sparizioni forzate di compagne ad Alessandria: Kholud è stata arrestata, prelevata da casa il 21 aprile e ancora non si sa nulla, così come per Marwa, anche lei sparita da ormai 5 giorni.

C’è Noha che si trova nel carcere femminile di al-Qanater al Cairo.

Sayyed Mushagheb, cofondatore del gruppo ultras White Knights è stato condannato a 7 anni di carcere, ne ha scontati 5 nella prigione di massima sicurezza al-Aqrab (lo scorpione) di Tora.

Tante altre sono le storie che si dovrebbero raccontare…documentando ogni giorno la violenza becera e senza freni di un regime che sembra non volersi fermare mai nella sua spirale di terrore.